venerdì 4 aprile 2014
mercoledì 15 gennaio 2014
Sessioni ricerca espressiva_Febbraio2014
Sessioni ricerca espressiva con il
collettivo
Verandha,
i.
condotte da Maria Francesca Spagnolo e Donatella Dorti.
Durante i week end del mese di
febbraio, inaugureremo una serie di incontri per condividere il
percorso espressivo sviluppato negli ultimi due anni dal collettivo Verandha,
tra danza,teatro e mimo. I partecipanti avranno modo di avvicinarsi al nostro
lavoro e mettersi in MOTO, attraverso un approccio teatrale trasversale che non
pone barriere tra il gesto, il movimento e l’azione.
Ci auguriamo di attivare un dialogo con attori, danzatori, registi,
artisti, musicisti,che stanno percorrendo come noi, una ricerca espressiva sul
movimento. Gli ultimi due incontri saranno poi
finalizzati all'approfondimento della tematica della “Crisi”,
condotta dal gruppo negli ultimi due
anni attraverso il progetto Ballatoio (http://www.youtube.com/watch?v=6MEsKVCw0sQ)
. Questa occasione
potrebbero stimolare infatti la nascita di nuove collaborazioni, per i
partecipanti che avranno in sintonia con le nostre fantasie.
Le sessioni di ricerca avranno luogo
tra Salerno e Napoli.
Frequenza: Venerdì
pomeriggio _ Sabato mattina & pomeriggio_Domenica mattina.
Gli incontri prevedono un contributo
spese di 35€. La prima sessione di ricerca è gratuita.
Gli interessati sono pregati di
inviarci una breve lettera di motivazione a infoverandha@gmail.com entro il 30gennaio.
ASS.CULT VERANDHA
martedì 2 luglio 2013
mercoledì 26 giugno 2013
Un Cuore di Verandha ( dal Roma Frigne festival)
Realizzato dalla compagnia Verandha, in scena nell’ambito del Fringe Festival di Villa Mercede, Ballatoio è un esperimento che nasce in uno spazio fisico e simbolico sospeso, tra le fessure di diverse forme di espressione artistica che mettono sempre e comunque al centro il corpo, il gesto e I suoi estremi.
Lo spettacolo è la formalizzazione del secondo momento di un percorso che parte da una video performance girata a Roma sui balconi di un palazzo popolare del quartiere Ottaviano, nella quale tre coppie raccontano il loro conflitto e le cui storie si intrecciano sui rispettivi ballatoi.Scenografia minimalista, parola scarna e gesto preciso fino all’ossessione, in una chirurgica operazione di messa in scena della realtà scevra da qualsiasi artificio e ridondanza.Una rappresentazione nella quale coppie archetipiche con i loro conflitti e incomunicabilità vengono astratti dal contesto sociale e mostrati nella loro forma grezza. Un lavoro attoriale intenso che porta, sul palco di Villa Mercede, un uomo e la sua donna e una madre e una figlia al collasso, a spostarsi dinamicamente dai temi privati della solitudine e dell’incomunicabilità a quelli direttamente riferiti a dinamiche politico-economiche della società contemporanea.
Lo spazio, le luci, le musiche originali oltre all’uso surreale del corpo e della voce, tutto concorre ad esprimere la tensione conflittuale delle coppie, in incroci e sovrapposizioni apparentemente incomprensibili come la realtà stessa. E se a prima vista il senso è che nessuno riesce a capirsi, e tutti siamo in definitiva soli anche nella coppia, non manca un sottofondo di insperata dolcezza laddove arriviamo a capire che la crisi può essere creativa e motore di cambiamenti meravigliosi.
“Ho dell’ottimo cuore in congelatore”
Lo spettacolo è la formalizzazione del secondo momento di un percorso che parte da una video performance girata a Roma sui balconi di un palazzo popolare del quartiere Ottaviano, nella quale tre coppie raccontano il loro conflitto e le cui storie si intrecciano sui rispettivi ballatoi.Scenografia minimalista, parola scarna e gesto preciso fino all’ossessione, in una chirurgica operazione di messa in scena della realtà scevra da qualsiasi artificio e ridondanza.Una rappresentazione nella quale coppie archetipiche con i loro conflitti e incomunicabilità vengono astratti dal contesto sociale e mostrati nella loro forma grezza. Un lavoro attoriale intenso che porta, sul palco di Villa Mercede, un uomo e la sua donna e una madre e una figlia al collasso, a spostarsi dinamicamente dai temi privati della solitudine e dell’incomunicabilità a quelli direttamente riferiti a dinamiche politico-economiche della società contemporanea.
Lo spazio, le luci, le musiche originali oltre all’uso surreale del corpo e della voce, tutto concorre ad esprimere la tensione conflittuale delle coppie, in incroci e sovrapposizioni apparentemente incomprensibili come la realtà stessa. E se a prima vista il senso è che nessuno riesce a capirsi, e tutti siamo in definitiva soli anche nella coppia, non manca un sottofondo di insperata dolcezza laddove arriviamo a capire che la crisi può essere creativa e motore di cambiamenti meravigliosi.
“Ho dell’ottimo cuore in congelatore”
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